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Linee guida per la tutela, la manutenzione e lo sviluppo responsabile delle vie alpinistiche dolomitiche?

Venerdì, 03 Ottobre 2025 20:44

Un progetto nato con l’intento di preservare il carattere autentico e avventuroso dell’alpinismo dolomitico, proteggendo un patrimonio fatto non solo di roccia e chiodi, ma anche di memoria, etica e cultura.

DOLOMIA - 28 SETTEMBRE 2025 A SAN MARTINO DI CASTROZZA

di Francesco Leardi C.A.A.I. Gruppo Orientale

Immagine WhatsApp 2025 09 28 ore 22.45.44 59983a53In occasione di una visita al rifugio Rosetta il gestore Mariano Lott mi espresse l’invito di partecipare all’appuntamento di “Dolomia” quest’anno organizzato dalle Guide Alpine Aquile di San Martino.

Ovviamente non potevo rifiutare ma soprattutto non dovevo per il tema assai interessante e potrei dire un poco provocatorio nei confronti del mondo alpinistico attuale e cioè proporre delle linee guida per la tutela, la manutenzione e lo sviluppo responsabile delle vie alpinistiche dolomitiche. Un progetto nato con l’intento di preservare il carattere autentico e avventuroso dell’alpinismo dolomitico, proteggendo un patrimonio fatto non solo di roccia e chiodi, ma anche di memoria, etica e cultura.

“Questo documento – spiega il presidente delle Guide Alpine Aquile di San Martino Mariano Lott, organizzatore dell’edizione di quest’anno - scritto e condiviso da alpinisti dolomitici, anche di fama internazionale, vuole lasciare un’impronta significativa a tutti coloro che frequentano le nostre pareti. Si tratta infatti di un argomento che interessa l’intero ambiente alpinistico e che, per la prima volta, viene affrontato pubblicamente in modo così diretto. Con questo lavoro intendiamo fare un primo passo verso una linea guida condivisa, che possa diventare patrimonio comune e riferimento per il futuro”.

Coordinatore del progetto la guida alpina Renzo Corona coadiuvato dalla segretaria di Dolomia Stefania Nicolich: assieme hanno raccolto le opinioni dei vari gruppi aderenti al progetto e stilato il comunicato gentilmente fornitomi e che allego.

 

Immagine WhatsApp 2025 09 28 ore 22.45.44 ceb81f9dI GRUPPI

Gruppo Scoiattoli di Cortina d’Ampezzo, i Caprioli di San Vito di Cadore, i Ragni di Pieve di Cadore, i Rondi del Comelico, le Tupaie da Laste, i Catores della Val Gardena, le Aquile di San Martino di Castrozza, i Ciamorces della Val di Fassa, i Croderes della Val Badia e gli Sfulmen di Molveno. Tutte queste realtà, pur con storie e sensibilità diverse, condividono una visione comune: l’alpinismo come forma di conoscenza profonda dell’ambiente montano, dove la sicurezza non è mai assoluta, ma si costruisce con la preparazione, la consapevolezza e il rispetto.

 

 

 

 

 

 

 

Immagine WhatsApp 2025 09 28 ore 22.45.44 eaa1b25dLe Vie Alpinistiche:

le linee guida dei gruppi alpinistici delle Dolomiti

Dal 2006, Dolomia rappresenta l’unione dei gruppi alpinistici delle Dolomiti. Ogni anno

riunisce in unico luogo gli alpinisti che non solo scalano, ma vivono quotidianamente queste

montagne, con l’obbiettivo di creare un momento di incontro per condividere idee e creare

insieme il futuro della montagna. Dolomia è uno spazio, in cui si trasmettono i valori

dell’alpinismo e si promuove una cultura della montagna, conciliando i legami tra chi la

frequenta ogni giorno e chi vi si avvicina con rispetto e curiosità.

Le Dolomiti custodiscono un enorme patrimonio alpinistico di grande valore, che i gruppi

alpinistici si impegnano a proteggere, preservare, far conoscere e tramandare. Con questo

spirito sono state sviluppate le presenti linee guida, volte a condividere tali valori e a

salvaguardare al meglio le vie alpinistiche delle Dolomiti, sopratutto quelle più frequentate.

I punti che seguono costituiscono indicazioni operative, non siamo in un ambiente

standardizzato, né possiamo o dobbiamo trasformare le Dolomiti in un parco giochi. Gli unici

riferimenti fermi sono il rispetto dell’etica di chi ha aperto la via e il mantenimento del

carattere tipicamente avventuroso delle Dolomiti.

Si auspica che tutte le persone che praticano l’alpinismo sulle Dolomiti siano consapevoli

della propria responsabilità e adottino le necessarie precauzioni per muoversi in sicurezza.

La sicurezza assoluta in natura non esiste, perciò l’alpinista deve possedere una profonda

conoscenza dell’ambiente e delle proprie abilità, esercitando una costante responsabilità

personale.

I punti fondamentali delle linee guida 

  1. Le vie alpinistiche
    Le vie alpinistiche, che eventualmente hanno bisogno di manutenzione, per priorità sono le vie più ripetute e più rinomate, includendo quelle aperte cento anni fa, fino a quelle più recenti e di tutti gradi di difficoltà. Non viene esclusa la volontà di eseguire manutenzione sulle vie, che abitualmente, non vedono molte ripetizioni.

    2. Competenza dei gruppi alpinistici
    Ogni gruppo alpinistico e le guide alpine locali sono il punto di riferimento per la manutenzione e le eventuali modifiche delle vie nel proprio territorio, comprese quelle aperte da altri gruppi, senza alterare l'essenza dell'itinerario originale. Ogni gruppo si riserva la volontà di contattare la persona o il gruppo di appartenenza di chi ha aperto la via.
     
    3. Rispetto della tradizione e dell’etica della via
    È fondamentale rispettare l’idea originale dell’apertura e la modalità di chiodatura usata per tutte le vie che vengono individuate necessarie di interventi.
     
    4. Modalità di intervento
    È fondamentale preservare il carattere delle vie classiche continuando a usare chiodi e protezioni tradizionali laddove possibile. La tradizione del chiodo è importante per preservare la storia e lo spirito alpinistico. È consigliabile sostituire vecchi chiodi arrugginiti con nuovi, cambiare i cordini marci, evitando la creazione di clessidre o prese artificiali. Per le soste che eventualmente hanno necessità di essere integrate, si tiene conto delle caratteristiche naturali della via. Dove esistono protezioni naturali, si cerca di integrarle evitando l'uso di fix o spit, a meno che la confermazione della roccia lo renda necessario.
     
    5. Adattamento all’etica del luogo nelle nuove vie
    È auspicabile che le nuove vie seguano una logica coerente sulla parete, rispettando tutte le vie aperte sulla stessa. È responsabilità degli alpinisti attenersi all’etica locale e nel rispettare le tradizioni di arrampicata del luogo. Prima di aprire una nuova via, si raccomanda di informarsi accuratamente sulla parete, poiché molte vie nelle Dolomiti non sono inserite nelle guide, sono poco conosciute, e spesso, poco attrezzate. L’obiettivo è evitare sovrapposizioni indesiderate.
     
    6. Coinvolgimento dei gruppi alpinistici
    Qualsiasi modifica o intervento su una via, è auspicabile che venga preventivamente discusso con le guide e/o i gruppi alpinistici locali, per concordare la soluzione più adeguata e condivisa. Dopo numerose discussioni e confronti gli alpinisti hanno ritenuto fondamentale elaborare delle linee guida che indichino come intervenire nel rispetto della montagna e della sua storia.

 

 Soppelsa Corona e Stefania Nicolich

Immagine WhatsApp 2025 09 03 ore 13.34.52 2a764a86Sul palco gestito da Teddy Soppelsa si sono succeduti nella fase iniziale con vari interventi oltre a Mariano Lott, organizzatore dell’evento, l’assessore allo sport Iuri Gadenz e il direttore dell’azienda di promozione turistica Manuel Corso.

Quindi dopo una introduzione di Renzo Corona sono stati chiamati ad esprimere le loro opinioni i delegati dei vari gruppi con interventi assai interessanti.

Nicolini ha espresso il parere che gli apritori devono darsi delle regolate sull’utilizzo degli spit in apertura, mentre dai Catores è emersa la presa di coscienza, peraltro già espressa il giorno prima alle celebrazioni dei 100 anni della Solleder-Lettembauer, di non intersecare vie già esistenti aprendo nuovi itinerari,

Walter Levis ha segnalato la mancanza di cultura sulla chiodatura da parte delle nuove generazioni.

Quindi, evidenziato da Dell’Antone, la sicurezza passa anche e soprattutto dalla formazione e dalla capacità di utilizzo del martello e dei chiodi tradizionali, oltre ovviamente a friends e nuts.

Un convegno molto interessante nel quale mi era stato richiesto di fare a braccio un intervento che ho declinato in quanto come Accademico non ritenevo giusto dare un’opinione in rappresentanza del mio gruppo mancando una relazione.

Avrei potuto dare un’opinione personale sulle linee guida che comunque ritengo siano un ottimo spunto di riflessione personale con alcune mie perplessità riguardanti la tendenza, per così dire anarcoide, degli alpinisti avvezzi a regole e l’altra, e spesso mi sono posto il problema come apritore, sul mantenimento delle vie e le volontà dei primi salitori di concederne la manutenzione.

E se, come nella maggioranza dei casi i primi salitori non sono più in vita?

Un punto da approfondire secondo la mia opinione sarebbe anche la sistemazione delle calate in doppia e se sia lecito e auspicabile a questo punto renderle più sicure.

 

Ringrazio per la stesura di questo scritto vari interventi che ho raccolto in rete e che mi hanno permesso di non ripetere cose già scritte ma solamente di consolidare i vari comunicati.

Grazie a Stefania Nicolich per avermi passato il comunicato stampa.

Ringrazio ovviamente Mariano Lott e Renzo Corona e tutti i partecipanti al convegno per avermi dato la possibilità di partecipare a questo evento.

Ho realmente respirato aria di montagna.

 

 

 

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