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CRUMBLING EMPIRE - Nuova via di misto al Monviso per Giolitti e Tomatis

Lunedì, 12 Maggio 2025 21:37

Lo scorso 25 aprile, approfittando di condizioni eccezionalmente ancora “invernali”, l’Accademico Anselmo Giolitti, in cordata con Michele Tomatis, ha salito il Colatoio Est-Nord-Est del Monviso, aprendo uno degli itinerari di misto più impegnativi del gruppo.

CRUMBLING EMPIRE 

di Anselmo Giolitti

La salita di questa bellissima nuova linea sul Monviso è la storia di un sogno che in breve si avvera! Ne intuisco la possibilità nei primi giorni di aprile di quest’anno, salendo al Viso Mozzo. Quella gita con gli sci mi dà la possibilità di vedere la nuova linea e valutarla da diverse angolazioni, prospettive, luci e con una vista imponente dall’alto dalla cima del Viso Mozzo.

0 AAAUna linea di sogno - Ph Arch A. Giolitti

 

Nella settimana successiva era prevista, ed infatti è poi scesa, un’importante nevicata. Da valle ci si fanno tanti film… In questa stagione a quelle esposizioni molta neve seguita da gran caldo potrebbe significare fine dei giochi, ma una cosa che ho rilevato a favore è che la linea è poco esposta a pericoli oggettivi! Non ha un canale sopra e le pareti laterali sono di roccia abbastanza compatta! Insomma, cerco razionalmente di motivarmi, nel frattempo comincio a sentire alcuni possibili soci con la premessa che il primo giorno che riteniamo utile sotto l’aspetto condizioni e meteo bisognerà andare.

Una settimana dopo il giorno di Pasquetta ci regala una bellissima giornata in quota e quindi è un’ottima occasione per un ultimo sopralluogo. La sorpresa è che quella che era una linea discontinua, prevalentemente di misto la settimana prima, ora è una linea bianca continua da cima a fondo! Fantastica!

Tra i soci possibili, a districarsi tra problemi ed impegni vari c’è solo Michele, che però come me non riesce a liberarsi prima del 25 aprile. Sono solo tre giorni ma ora la linea è veramente evidente. Col bel tempo e il lungo ponte pasquale, non sia mai che, tra gli scialpinisti, ci salga anche un qualche alpinista affamato… Ci organizziamo per il venerdì e incrociamo le dita!

Anche in questa occasione, come per altre, decidiamo per la salita in giornata da valle e da casa, che significa sveglia tra l’una e le due, Michele infatti ha ancora un po' più di strada di me.

2In avvicinamento verso il colle di Viso - Ph Arch A. Giolitti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come da programma, alle 4 partiamo sci in spalla da Pian Regina. Dopo venti minuti, quando mettiamo gli sci ai piedi, già sentiamo sollievo nell’aver scaricato un po’ la zainata… Nonostante tutto, saliamo veloci e, verso le 6.15, siamo già sotto la parete NE.

La luce ci regala begli sguardi su tutte le linee che sono imbastite o formate sulle pareti del Monviso e del Visolotto. Tutto contribuisce a caricarci! Risaliamo un po’ sulla conoide e vediamo che si sono ripulite le pareti laterali ma la linea è perfetta. Ci prepariamo e via, alle 7.30 si parte!

Dopo un breve saltino di ghiaccio e un piccolo nevaio si diparte la lunghezza più continua e difficile. Ghiaccio sottile e croste vuote poco proteggibili, ma per fortuna sulla destra ci si può aiutare di tanto in tanto con una “pruetta” rocciosa che consente anche il posizionamento di qualche friend. Dopo 20 metri la linea si chiude leggermente a goulotte e la qualità del ghiaccio migliora un poco. Prima di una strettoia verticale si appoggia leggermente e presenta un blocco che consente una sosta a friend. Il primo tiro difficile è andato!

3Sul primo tiro chiave - Ph Arch A. Giolitti

 

4Sul primo tiro vista dall'alto - Ph Arch M. Tomatis

 

 

 

 

 

 

 

9 AAAPartenza del terzo tiro - Ph Arch A. Giolitti 

11 AAAAppena sotto la S4 vicino al fungo di neve - Ph Arch A. Giolitti

12 AAAPartenza del quinto tiro - Ph Arch A. Giolitti

 

13Partenza del sesto tiro in uscita dal grottino - Ph Arch M. Tomatis

14Uscita dall'ultima bellissima lunghezza - Ph Arch A. Giolitti

Segue un tiro più facile con una strettoia verticale su ghiaccio misto a neve poco compatta, breve goulotte e poi nevaio. Poi ancora un altro tiro impegnativo.

La goulotte superiore precipita su uno scivolo roccioso in ghiaccio sottilissimo e neve riportata. Michele, con molta perizia, lo risale aiutandosi con la roccia sulla destra, sia con agganci di picca che appoggi di piede, per poi prendere l’uscita in ghiaccio sottile e infilarsi nella goulotte con un passo delicato. La parte successiva dovrebbe presentare ancora una goulotte, ma, in realtà, ci offre di nuovo una sorpresa: altro scenario simile a quello appena descritto, dove, per evitare uno scivolo di ghiaccio eccessivamente sottile chiuso da un fungo di neve, mi tocca divincolarmi (più spingere che tirare…) tra neve e roccia di scarsa qualità fino ad arrivarci al di sopra.

Seguono lunghi tratti in goulotte con alcuni risalti di cui i più delicati e ripidi in partenza dalle soste, sempre complicati da scarsa o comunque non buona proteggibilità.

6Sul primo tiro vista dall'alto - Ph Arch M. TomatisLa goulotte finale è la linea di alpin ice perfetta che tutti sognano!

Alle 15 raggiungiamo il nevaio che dà accesso alla rampa e, nonostante avessimo valutato anche la possibilità di proseguire oltre, riteniamo che abbia più senso fermarci qua ed attrezzare le soste di calata, rendendo la linea fruibile fine a sé stessa, piuttosto che proseguire su terreno classico che poco avrebbe a che vedere con la parte sottostante.

Il tempo di calarci predisponendo le soste a spit e siamo agli zaini. Ci pervade la soddisfazione di aver colto l’attimo e salito quella che mi sento di definire la più estetica e continua linea di ghiaccio e misto del gruppo del Monviso!

Grande soddisfazione, inoltre, nell’aver coinvolto nell’avventura il giovane Michele Tomatis, conosciuto due anni fa in occasione dell’MCM 2024 (Mixed Climbing Meet) del Club Alpino Accademico nel Mercantour e che ha nuovamente partecipato all’edizione di quest’anno nelle Piccole Dolomiti.

Abbiamo anche avuto già qualche altra occasione di scalare insieme, ma credo che un seme importante lo abbiano gettato i Meeting del CAAI, che hanno proprio l’obiettivo di creare occasioni di scambio, conoscenza e trasmettere un modo di fare alpinismo rivolto principalmente all’avventura e alla ricerca. Michele inoltre ha confermato una volta di più le sue grandi capacità, giocando e gestendo alla pari la salita e dimostrandosi un socio perfetto!!

CRUMBLING EMPIRE è il titolo di una canzone del cantante inglese Sam Fender che esplora la fragilità della società moderna, utilizzando metafore potenti per descrivere un mondo che sembra sull’orlo del collasso. “Crumbling Empire” (letteralmente “Impero che crolla”), suggerisce un senso di decadenza e declino. Riflette sulle difficoltà del presente, sulla tensione tra passato e futuro e sulla ricerca di un senso di stabilità in un’epoca di incertezza che io interpreto ed estendo, in senso più ampio, anche alla decadenza negli atteggiamenti e nell’etica delle persone e alla fragilità delle montagne che affrontano e spesso subiscono il cambiamento climatico con conseguenze anche sulla pratica dell’alpinismo.

15Il Viso Mozzo, posizione privilegiata di osservazione, fotografato da S6 - Ph Arch A. Giolitti16Selfie al ritorno a terra - Ph Arch A. Giolitti

 

 

SCHEDA TECNICA     scarica qui la relazione

CRUMBLING EMPIRE

1MONVISO Colatoio Est-Nord-Est - 300 m ED+ IV/5+ M5

Prima salita: Anselmo Giolitti e Michele Tomatis il 25 aprile 2025

Avvicinamento: da Crissolo - Pian della Regina, si imbocca il vallone del Rio dei Quarti, in prossimità del Lago Chiaretto si prosegue in direzione del Colle di Viso fino a portarsi sotto l'imponente versante NE del Monviso. Il colatoio di Crumbling Empire è quello immediatamente a sinistra del couloir NE (2,5-3h).

Percorso

L1 . Breve risalto (70°), nevaio, poi lungo nastro ghiacciato in leggero strapiombo (90°) passi di misto; 60 mt; sosta a friend sulla destra;

L2 - Strettoia verticale (85°) breve tratto di goulotte più facile (65°) poi fino in cima al secondo nevaio; 60 mt; sosta a friend in una nicchia;

L3 - Rampa verso sinistra tra roccia e neve/ghiaccio sottile con uscita delicata (M5 e 80°) poi successione di risalti in una bella goulotte (65-75°); 60 mt; sosta a friend sulla destra;

L4 - Breve tratto ghiacciato in goulotte (65°) poi si abbandona la colata che si impenna (troppo sottile) proseguendo sulla destra tra neve e roccia fino a un antro per poi ritornare a sx sopra un fungo di neve a fianco di un muro stalattitico; 35 mt; sosta a chiodi + clessidra di ghiaccio.

L5 - Breve risalto verticale (90°) poi goulotte (65-70°); 25/30 mt; sosta su friend in un grottino sulla destra;

L6 - Uscita dal grottino su ghiaccio sottile verticale (85°) poi magnifica goulotte (65-75°); 60 mt; sosta su friend sulla destra.

Materiale utilizzato: una serie di friend, dai micro al 3BD, un assortimento di chiodi da roccia (lama, universale, a U), per una ripetizione 6 chiodi assortiti potrebbero bastare, 8 viti assortite (di cui diverse da 10 e 13), per una ripetizione 6 potrebbero essere sufficienti.

Discesa: i primi salitori hanno allestito 5 soste a spit per lunghe doppie da 60 m, in cui gestire le corde con perizia (nodo, accavallamenti, ecc.). Sulla via non è rimasto null’altro!

 

 

NB: La relazione è fatta sulla base dell’andamento seguito nella prima salita. Le condizioni della linea possono essere molto variabili e quindi potrebbe rendersi necessaria una gestione diversa delle lunghezze ma, nel caso, la maggior parte delle soste allestite coincide o è alla stessa altezza di quelle create da noi in salita.

 

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